8 e 10, via al chioso lugano

stabile amministrativo

 

committente: caimato sa, lugano
direzione lavori: direzione lavori sa, lugano
ingegnere civile: pini & associati, lugano
Ingegneri impianti: vrt sa, lugano | elettroconsulenze solcà, lugano
architetto paesaggista: sophie ambroise, officina del paesaggio, lugano

progetto: 2000–2002
esecuzione fase 1: 2003–2005
esecuzione fase 2: 2007–2009

dati dimensionali:
fase 1: 13 500 mc sia, 3160 mq sul
fase1+2: 26 000 mc sia, 6120 mq sul

Per questo progetto ci siamo riferiti in particolare all'architettura dei palazzi milanesi degli anni 60 di Asnago e Vender e alla tradizione edilizia di questo periodo, ad un' architettura che non fosse minimalista nè espressionista e che rispondesse in modo semplice e diretto ai problemi che ci eravamo posti.
L'edificio doveva avere un linguaggio ed un aspetto neutro, non essere monumentale, volevamo che ricordasse un fabbricone, con grandi finestre per gli spazi di lavoro interni.
Lo zoccolo in cemento pigmentato nero lega l'edificio al terreno e articola la facciata, conferendo un carattere rappresentativo all'ingresso.
Nel quartiere la maggior parte degli edifici si pone al centro della parcella, lasciando una serie di spazi residui di poco valore fra gli stessi, un modo di costruire la città dettato dalla semplice applicazione delle norme edilizie e senza un'idea urbana.
Per formare un frammento di fronte stradale abbiamo costruito il nuovo edificio in contiguità con lo stabile vicino, costruito dall'architetto Mario Botta. Innanzitutto abbiamo cercato di capire i rapporti volumetrici e spaziali di questo edificio, che presenta sulla strada una facciata formalmente forte e monolitica.
Il nuovo edificio si arretra rispetto alla strada in modo da lasciare in primo piano la testata su via Al Chioso dell’ edificio progettato da Botta. Così si crea uno spazio fra il fronte e la strada, che regola la percezione del nuovo volume, di un piano più alto dell'edificio contiguo. I due edifici pur essendo fisicamente uniti sono formalmente estranei, il nuovo edificio si aggiunge al vecchio senza modificarlo, in nessun modo il secondo edificio può essere letto come un ampliamento del primo.
La sistemazione esterna, progettata dall’ architetto Sophie Ambroise, sottolinea il carattere del palazzo con un sistema di percorsi e di aree verdi piantumate a felci, una pianta povera e di bosco.
L'edificio attualmente costruito è un frammento di quello progettato, sul terreno si può vedere la traccia della parte mancante, disegnata dal perimetro del piazzale in calcestre.